Questa la prassi in molte classi prime italiane.
In linea di massima sono piuttosto restio ad affrettare i tempi. Preferisco, nei primi tempi, lavorare sui meccanismi cognitivi che si appropriano via via delle complicate corrispondenze tra fonemi e grafemi.
Insomma prima di tutto imparare a leggere e a scrivere comprendendo il funzionamento del codice e delle convenzioni dello scritto, il che non è mai da dare per scontato.
Si lavora molto su testi liberi, spontanei, brevi o lunghi, secondo la voglia e le capacità di ciascuno.
I testi si scrivono su fogli bianchi senza badare troppo all'ordine, concentrandosi soprattutto sul senso e sulla costruzione della frase. Si scrive così come si è capaci, con lo stampatello maiuscolo.
Poi si leggono insieme (alla "lavagna", naturalmente) si commentano, si correggono.
Quasi sempre si ricopiano sul quaderno, facendo un po' più attenzione alla comprensibilità grafica, sempre usando lo stampatello maiuscolo, su pagine a quadretti da 1 cm di lato.
Alle volte, quando si può, si va in laboratorio a scrivere sui computer usando il bellissimo Ooo4Kids, appena uscito. E il passaggio allo stampatello minuscolo è quasi impercettibile...
Ma il corsivo?
Tenderei a rimandare ancora; alcuni in classe non leggono ancora e non si servono della scrittura per esprimere un pensiero proprio, nemmeno se semplice.
Ma molti si aspettano di iniziare. Non parlo dei genitori, parlo dei bambini stessi.
E' una classe di bambini svegli e vivaci. Sanno che il corsivo esiste. E' la scrittura dei grandi, dei genitori, dei fratelli più grandi. Hanno fretta di imparare e mi chiedono di cominciare.
Sono interessati perfino ai moduli compilati con la mia grafia frettolosa e disordinata. Qualcuno mi chiede addirittura cosa c'è scritto sulla domanda che devo consegnare in segreteria.
E allora decido di uniformarmi alla prassi della prima.
Ma l'introduzione del corsivo sarà soprattutto uno studio della grafia. Per la prima stesura di un testo libero ciascuno sarà ancora libero di usare i caratteri che preferisce. Se si scrive pensando a ciò che si ha da dire è meglio avere non avere problemi aggiuntivi.
La lavagna ci aiuta anche per imparare il corsivo.
Uno sfondo che riproduce le righe del quaderno ingrandite mi permette di "far vedere" (come faceva Manzi in TV quasi cinquant'anni fa) come si tracciano i caratteri.
Chiamo anche i bambini, uno per volta, a ricopiare sulla lavagna il modello che ho tracciato.
Seguono ovviamente commenti e osservazioni da parte dei compagni.
In ogni caso già ai primi tentativi alcuni risultati sono più che soddisfacenti.
Un visualizzatore di sequenze permette poi di rivedere quante volte si vuole il percorso della penna sul foglio. Il computer permette di conservare il file per riaprirlo dopo un po' di tempo e valutare i progressi fatti...
Chissà cosa diranno i bambini se, arrivati in quinta, farò rivedere le loro prime lettere scritte in corsivo.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.